Arte, Eventi, Idee, Santa Maria
Concludevo un altro articolo dicendo: perché l’arte, ricordiamocelo, viene dalla conoscenza, l’espressione artistica è sempre l’ultimo elemento di un percorso intellettivo e teorico: se non ci guardiamo attorno, se non conosciamo e non ci confrontiamo non proporremo mai cultura ma solo espressione soggettiva di noi stessi e della nostra piccineria provinciale.
Il 25 marzo ho avuto un po’ di risposte a questa invettiva, grazie a Massimo Cacciari. Sentir parlare di radici, ethos, etica e bene comune nella Sala del Mappamondo è senza dubbio un’esperienza difficilmente ripetibile. Sentir dire a Siena, nel 2014, che gli affreschi di quella sala e della sala adiacente ci parlano di un bene comune che non potrà mai essere dei singoli individui al potere, di amministrazione come qualcosa che deve mettere al bando l’ingordigia e l’invidia, è ancora più formativa, come esperienza. More…
C’è stato un tempo, neanche troppo lontano, in cui a Siena c’erano almeno quattro festival teatrali, tre festival e rassegne cinematografiche, spettacoli e produzioni teatrali singole, mostre e concorsi ed esposizioni. Fermandoci per adesso al mondo del teatro già negli ultimi due anni tre compagnie che prima organizzavano tre singoli eventi si sono unite ed hanno dato vita al Siena Festival, un mese circa di spettacoli e produzioni che nasceva dall’unione di Voci di Fonte, Teatro in scatola e Contemporaneamente Barocco. Oltre a loro c’era il piccolo Teatropia dei Topi Dalmata, dedicato al teatro d’innovazione e poi produzioni e spettacoli di Teatro2 e di Sobborghi, per fermarci ai professionisti.
Con la chiusura della Sala Lia Lapini abbiamo assistito anche all’estinzione di queste rassegne che pure non necessariamente erano ospitate esclusivamente in quell’orribile spazio fuori porta Pispini.
Provando a mettere un po’ di ordine, a margine della Siena Sport Week, ci sono delle questioni che durante l’acceso dibattito sono state trascurate o alle quali comunque non è stato dato il giusto peso.
Ben venga l’orrore per la calata dei barbari, ma oggi che la normalità si è ristabilita dobbiamo annotare qualcosa. La città si è divisa su una questione fondamentale, coloro i quali sostengono: meglio un uso improprio che un edificio non utilizzato. E gli altri che invece dicono: meglio niente che tutto. Due universi questi che difficilmente si incontreranno. Diciamo poi che del primo universo fanno parte gli amministratori ma anche alcuni commentatori cittadini ed aggiungiamo che bene o male questa è stata la giustificazione del Comune in consiglio comunale: abbiamo sbagliato è vero, ma almeno in 1600 sono entrati al Santa Maria (senza chiedersi però dove fossero e a fare cosa). Al secondo universo invece appartengo io, con una piccola postilla: prima di avere un’idea chiara su cosa il Santa Maria dovrà essere ed ospitare meglio limitarne l’uso. More…
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