Inizia la stagione turistica, iniziano le lamentele quotidiane che, nell’ordine, riguardano: troppi turisti in giro che sporcano e si siedono per terra; pochi turisti in giro e gli operatori temono la crisi; pochi eventi per attrarre i turisti; troppi eventi fatti solo per i turisti e si snatura la città; l’ufficio turistico di Piazza del Campo chiuso e i turisti vagano senza meta; l’ufficio turistico riaperto al Santa Maria della Scala ma chi vaga senza meta non lo sa…
Insomma, tutto ed il suo stesso contrario. Come ogni anno salvo piccole variazioni sul tema. Io, ponendomi nei panni di un turista, mi rendo conto che se visito una città oltre a “vagare senza meta” per godere dello spettacolo architettonico ed antropologico del luogo, cerco collezioni, musei e palazzi da visitare. Immagino che lo stesso facciano i turisti che capitano a Siena in questa stagione. Ho sempre pensato che i luoghi più visitati fossero la Torre del Mangia ed il Duomo, ma scopro che così non è e mi chiedo il perché. More…
(ma ci prova)
L’altro ieri sera, a tarda ora, mangiavo polentina con Violetta Bellocchio, chiacchierando di come avesse scelto lo stile linguistico e narrativo che caratterizza “Il corpo non dimentica” (il suo ultimo libro, edito da Mondadori). Polentina, stile linguistico e parrucchiere della Rai, giacché Violetta aveva ancora la messa in piega ‘cotonata’ perché era arrivata a Siena dritta dritta da Milano, dopo aver partecipato a un programma mattutino della Rai, appunto.
Dalla Rai alla polentina e, soprattutto, alle mie domande – che l’ora rendeva, diciamocelo, forse assurde – sullo stile narrativo: su quanto avesse attinto dal cinema, visto che dagli studi in ambito cinematografico lei proviene, e su quanto invece avesse voluto mettere nero su bianco la sensazione sconnessa e a volte faticosa di recuperare i ricordi di una vita che hai seppellito sotto litri di alcol.
No, vabbè, sto andando troppo veloce. Facciamo un passo indietro.
L’altro ieri sera, a tardo ora, io e un’altra ventina di persone eravamo a cena con Violetta Bellocchio.
Riprendendo fiato dalle questioni interamente senesi di cui – troppo spesso – ci troviamo a parlare in questo spazio, vogliamo segnalare due mostre interessanti che in questo periodo sono ospitate in due piccole città italiane: Matisse a Ferrara e “L’ossessione nordica” a Rovigo.
Sono passati i tempi in cui le città d’arte della nostra penisola offrivano grandi mostre, impeccabili dal punto di vista scientifico, dell’allestimento e dell’organizzazione in termini di marketing territoriale attorno alla mostra stessa, sono finiti perché sono finite le risorse, perché gli italiani viaggiano meno e se devono rinunciare a qualcosa lo fanno al week end fuori città; sono finite anche perché qualcuno aveva ecceduto. Diciamo che è passata l’età dell’oro e tarda ad arrivare una nuova stagione.
Negli anni Duemila si annoverano grandi mostre a Siena, Mantova, Ferrara, Padova. Poi arrivarono Treviso e Brescia ma già la china era calante. In tanti annovarano un Van Gogh a Treviso come l’esempio sbagliato che sbaragliò il banco. Faccio esempi da semplice “spettatore” con la certezza di essere né esaustivo né corretto filologicamente. More…
Arte, Eventi, Idee, Santa Maria, Siena2019
C’è differenza tra fumetto e vignetta? C’è differenza tra umorismo e satira? C’è differenza tra una mostra ed un omaggio? Da qualche giorno mi passano per la testa domande di questo tipo, dopo l’inaugurazione della mostra dedicata al lavoro di Sergio Staino “Satira & Sogni”, sottotitolo: disegni, acquerelli, opere digitali. Diciamo subito che la terza componente del sottotitolo è preponderante, forse non in termini numerici ma senza dubbio è ciò che ci resta in mente dopo una prima visita, perché le opere digitali sono troppe e su supporti poco adeguati (mentre sono poche, purtroppo, le affascinanti tavole originali dei disegni).
Detto questo, passiamo di gran carriera a dire che il resto della mostra è un omaggio sincero non soltanto ad un disegnatore di successo, ma in generale a oltre trent’anni di satira italiana. Certo, non è il nobel a Dario Fo, ma Bobo nel bene o nel male rappresenta la critica sociale di una sinistra benpensante, sobria e ‘perbene’ che negli ultimi anni è decisamente mancata. A mio parere (Giuseppe) la satira ha la dignità di essere in mostra, la satira ha la diginità di rappresentare un paese perché parte dalle lotte sociali e quotidiane per destrutturare il potere con l’arma acuta della risata. Ripercorrendo le tavole di Staino si ripercorrono gli ultimi anni del nostro Paese attraverso l’ironia ed i tratti semplici dei personaggi da lui ideati.
In questo senso la mostra è vincente.
(but not anymore)
Da qualche tempo mi frulla per la testa questo termine: curiosità. Sento che è ciò che ci manca nel profondo, e allora, da buona pignoletta, sono andata a sfogliare i dizionari, come un tempo si usava fare.
“Curiosità” proviene dal latino curiositas, derivato di cura, che, nell’ordine, può significare:
1. cura, sollecitudine, premura, attenzione, riguardo, diligenza, solerzia
2. inquietudine, affanno, pensiero, preoccupazione
3. amore, pena amorosa, persona amata
4. preoccupazione, inquietudine, affanno
5. oggetto d’amore, amore
6. amministrazione, governo
7. direzione, opera, ufficio, impegno, incarico, occupazione
8. ornamento, acconciatura, cura della persona
9. studio, compilazione, ricerca
10. custodia, sorveglianza
11. coltivazione di piante, allevamento di animali
12. trattamento, cura delle malattie, rimedio, guarigione
13. curiosità, interesse
14. custodia, tutela
(ovvero, appunti sparsi ad uso dell’assessore Vedovelli)
Siena è una città viva, bene a sapersi! Cosa avremo mai, allora, da lamentarci, noi (plurale majestatis, che diamine!) che giochiamo a fare i finti intellettuali? E cosa avremo, aggiungo, da investire così tante energie e speranze nella candidatura a capitale europea della cultura 2019 che d’altro canto pare non ci serva…
In un articolo lenzuolo sul Corriere di Siena l’assessore alla cultura Massimo Vedovelli ha voluto darci uno strano buongiorno questa mattina: parla proprio delle politiche culturali cittadine e soprattutto ci racconta il suo stupore (o meglio il loro stupore) nello scoprire che la città è viva! (e lotta insieme a noi! no, questa è una reminiscenza, scusate….).
A scopo puramente informativo e senza nessun intento diretto di costruire polemica (ho detto diretto, sì): in Umbria, a Perugia (candidata italiana, con Assisi, a Capitale europea della cultura per il 2019, tra l’altro) c’è una mostra di Steve Mc Curry. Ah, diranno subito i miei piccoli lettori: a Siena l’abbiam fatto per mesi, non finiva mai, una bella mostra sui reportage del più grande fotografo statunitense in attività che l’hanno dovuta smontare di forza che sennò era sempre al Santa Maria della Scala! Sì, vero. Solo che la mostra “Steve McCurry viaggio intorno all’uomo” è arrivata a Siena dopo essere già stata esposta in quattro città e aver già raggiunto 400 mila visitatori (si vantavano sul sito), mentre la mostra perugina non soltanto è inedita ed originale ma soprattutto è una produzione specifica per l’Umbria, per quegli spazi e soprattutto per quei volti. More…
Commenti recenti