Avere una storia da raccontare è bello, è la cosa che ti salva come diceva un personaggio di Novecento, il monologo di Baricco: non sei realmente finito fino a che hai una storia da raccontare e qualcuno a cui raccontarla. A Siena abbiamo una Storia, maiuscola, da raccontare ed un potenziale mondiale di pubblico a cui raccontarla, a cui è necessario raccontarla, per far capire davvero chi siamo, quali siano le nostre tradizioni, il nostro passato e la nostra nobiltà. In fondo la Galleria del Palio nasce per questo, per raccontarci.
Ma vi dirò, io non sono d’accordo. Cioè, è bello raccontarsi ma non è più bello farci raccontare di noi stessi? Non è più formativo confrontarci con gli altri e capire loro, il mondo, cosa sa e cosa ha capito di Siena? Ci saranno tante cose sbagliate, che ci faranno arrabbiare, ma anche la consapevolezza che se il mondo di noi ha capito qualcosa è perché noi glielo abbiamo fatto capire. Come? Raccontandoci solo parzialmente, raccontandoci male o non facendolo affatto. Come ci vedono gli altri è un lavoro psicoanalitico che la città deve fare e che, in parte, sta facendo grazie alla leva dell’arte contemporanea all’interno del progetto #CantiereComune, curato da Michelina Eremita per il Comune di Siena, operatori indipendenti e cofinanziato dalla Regione Toscana. More…
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