di Cristina Rubegni
Si è appena conclusa ICASTICA, annuale d’arte internazionale di Arezzo. Ci sono andata quest’anno e l’anno scorso, la trovo ben pensata, ben allestita e integrata nel territorio in maniera intelligente.
ICASTICA 2014 s’incentrava sul tema della rinascita, secondo il criterio della “crisi positiva”. La rinascita inizia dalla morte e nel primo spazio indoor di Piazza San Francesco sono state inserite due opere che parlano di morte in un muto dialogo che anche da solo varrebbe la visita. Il Cristo di Fabio Viale rimasto orfano a rappresentare la tragicità della morte, più tragica paradossalmente di quella vera di Damien Hirst (gli animalisti si sono scatenati per il montone in formaldeide non so se per la formaldeide o per quella foglia oro forse un po’ kitsch sulle corna…)
In un sonnacchioso sabato a pranzo mi sono accorta che alle 16 era prevista una visita guidata dal direttore Fabio Migliorati e mi sono catapultata. Non capita tutti i giorni che il direttore di una manifestazione scenda dall’olimpo e porti la gente qualunque in visita, senza fronzoli, senza prenotazione e gratuitamente, spiegando le sue scelte e il suo punto di vista e perdendo la cognizione del tempo (la visita è durata molto più del previsto). More…
“La memoria amica come l’edera alle tombe, cari frammenti ne riporta in dono”. Una memoria che sia anche scomoda, una memoria che sia viva e non conciliante. Una memoria non retorica che riporti in superficie ciò che malamente abbiamo sempre cercato di rimuovere o addomesticare. Non c’è dubbio che la resistenza e la guerra civile abbiano subito negli anni (a cominciare dai primi anni dopo la Liberazione) un’operazione di addomesticamento della memoria senza precedenti. Si è definita la Resistenza, non a caso, Secondo Risorgimento togliendole così tutto il significato di guerra tra italiani e regalandole un po’ della retorica patriottarda che sul Risorgimento il fascismo aveva creato. Ma non è di questo che voglio parlare, siamo qua per raccontare un esperimento innovativo e tutti sappiamo quanto appaia difficile abbinare il termine “innovativo” con il concetto di resistenza e di – inevitabilmente – celebrazione. Eppure qualcuno c’è riuscito. Si intitola “…nel cuore del futuro” ed è un catalogo fotografico di Alessio Duranti, giovane fotografo (e tante altre cose) della nostra provincia. More…
ovvero l’Anti Reportage su Italia-Uruguay
FIRENZE. Carlotta sta una delizia sotto questo cappello, ecco cosa ha detto il cameriere mostrandomi la foto sul display.
Marciare o marcire strepita a caratteri cubitali il poster incorniciato dentro le Giubbe Rosse. Slogan futurista appeso lì da quasi un secolo sopra la bottigliera a specchio.
Questa topa qui invece, che appare seminuda sull’Iphone è l’autentica regina delle notti alle Cascine, così mi spiega il cameriere: la peccaminosa Carlotta, la scandalosa Carlotta. Questa per esempio è una sfilata di macchine ai mondiali del novanta, dopo una partita in cui vincemmo qualificandoci ai quarti di finale.
Qui Carlotta ha il viso tutto dipinto, il culo fasciato da un tricolore attillato, danza sul tetto di una Saab colore bianco. O patria, o morte! Marciare o marcire!
Puoi guardare più ingrandito dice tutto infoiato. È una foto da espandere ancora mi assicura il cameriere. Eccolo il vero nome, Carlo Biagiotti si chiamava. Tra i primissimi trans d’Italia. Novità assoluta per quei tempi. Si mormorava addirittura che andasse a letto con onorevoli e calciatori della nazionale.
Piazza della Signoria. All’angolo, in via dei Magazzini, il fioraio è chiuso. Mi servono i fiori.
…e una storia che non conclude
L’ora degli scrutini. I passi nella scuola suonano strani se non si incrociano ragazzi (“Vado in bagno”, “Ha da spicciarmi cinque euro per le macchinette?”, “C’è il prof tal dei tali?” “Mi aiuta con le fotocopie?” “C’è un dizionario di…?” “Come sta, prof?”…).
L’ora degli scrutini e l’ora delle riflessioni. Che si fanno guardando una crepa nel muro, affacciandosi ad ammirare il rincorrersi di tetti, di case, giù giù fino alla campagna, e nel mezzo la Torre e la piazza, ma pure dietro la finestra che dà nella corte interna senza osare aprirla anche se è caldo perché lì è una foresta amazzonica di piante non ben specificate, sconosciute, con grosse foglie ad ombrello che crescono ogni anno con noi, puntuali come le rughe sulla faccia.
L’ora in cui tiri e allarghi e provi a valutare e valutarti: cosa è stato fatto di buono? E a parte gli esami a settembre, a parte i “Questo ragazzo premiamolo perché ha fatto tutto quello che poteva” e il conto dei crediti e la maturità che si avvicina (tutto detto e fatto con la mano sul cuore, pensandoci e ripensandoci), a parte tutto ciò, quest’anno viene voglia di farne un altro di bilancio. More…
ovvero Anti-Reportage su Italia-Costa Rica
SIENA. Negozi vuoti, commesse con le mani in mano. Un parrucchiere unisex lava i capelli a un turista mentre continua a guardarsi la partita. Vincere la partita di oggi assicurerebbe con ragionevole certezza il passaporto per gli ottavi.
Dietro ogni bancone c’è un televisore, una radiolina. Piazza del Campo ha i tavolini pieni solo nei punti in cui troneggia un maxischermo.
Il resto è deserto, voce del telecronista, tricolore sotto il teleschermo. E turisti che mangiano. E camerieri, con gli occhi rivolti più alla porta di Buffon che a quella della cucina.
Un tifoso a spasso sul Corso, manco a pagarlo oro. Tutti catapultati dentro casa, nei locali, nei caffè. Cammino lentamente, Rocca Salimbeni, Banchi di Sopra. Sede Centrale Mps. Il bancomat non funziona. Servizio non disponibile dice il display. Osservo il chiosco dei giornali. Voglio quella coppa ha detto Balotelli. Foto di Balotelli. Microfoni puntati sulla faccia del campione. Mai visti tanti microfoni per cogliere una banalità così sconcertante. Voglio quella coppa.
ovvero Anti-Reportage su Italia-Inghilterra
BASILEA. Tanto per cominciare Erasmo da Rotterdam fu ospite in questa casa di un certo Johannes Froben.
E poi stasera gioca la nazionale italiana.
Il sindaco di Venezia ha patteggiato. Accuse false dice.
Il partito mi costrinse a chiedere quei soldi. Scendiamo ancora fino a Andreasplatz. Sbuchiamo a Marktplatz.
Campeggia uno striscione con la scritta: I AM NOT YOU.
Prendiamo i gradini laterali per risalire fino a Martinskirchplatz, dove si sbuca a Augustinergasse. La difesa dell’Italia c’è. Parola del terzino.
La difesa esprime preoccupazione per l’iniziativa assunta dalla magistratura nei confronti degli accusati. Da lì tiriamo dritti fino alla cattedrale medievale, a Munsterplatz.
Nella cattedrale è sepolto Erasmo da Rotterdam. Ci sediamo davanti alla tomba.
Erasmus Von Rotterdam 1536.
Pirlo gioca sicuramente questa sera.
E l’Italia sarà un tripudio di bandiere appese sulle facciate.
Ai balconi.
Alle finestre.
Tricolore ovunque.
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