“Se non si commissiona il Palio a un artista, automaticamente non si avrà un’opera d’arte“. Sembra una tautologia l’affermazione di Francesco Carone – autore del Palio ‘bianco’ dell’agosto 2011 – ma a ben vedere no lo è. E anzi riflette bene certe scelte operate negli ultimi anni dall’amministrazione comunale.
Anche Franesco Carone è stato tra i protagonisti dell’ultima puntata di Siena Cult Sera che noi della BombaCarta abbiamo curato, cercando di indagare il rapporto tra Palio e arte contemporanea. Se ve la siete persa, le rivedete per intero qui.
Il Drappellone è un’opera pubblica (anche se poi diventa privata) e come tutte le opere pubbliche è, dunque, una grande responsabilità.
Lo sostiene Eugenia Vanni, artista che ha dipinto il Cencio del 2 luglio 2009 e che riflette con noi della BombaCarta sulla valenza e il significato artistico di uno dei maggiori simboli di Siene e della sua cultura.
“Negli ultimi dieci anni Siena ha perso molte occasioni”.
Lo afferma Claudio Maccari, artista che realizzò il Drappellone del 16 agosto 1998, e che ha commentato con noi della BombaCarta il rapporto che esiste tra il Palio e l’opera d’arte.
Due settimana fa, preparando la puntata di Siena Cult Sera sugli Stati Generali della cultura (prima di sapere che il Comune li avrebbe rimandati di nove giorni), tutti i ‘pezzi’ della BombaCarta hanno dato il loro contributo. Un’analisi, una proposta, uno scenario dell’area tematica nella quale ognuno di noi opera e si muove.
La puntata per intero la ritrovate qui.
Questo è – invece – il contributo di Serena Fineschi, la sua ‘quarta di copertina’ d’artista.
Quale modo migliore, per capire un luogo e un progetto, che sentirlo raccontare dalla viva voce cdi chi vi ha preso parte? E’ quello che abbiamo fatto noi della BombaCarta quando abbiamo deciso di raccontare la storia del Palazzo delle Papesse, centro d’arte contemporanea che ha portato Siena all’attenzione del panorama internazionale, tra il 1998 e il 2008.
Roberto Paci Dalò ci ha raccontato la sua esperienza maturata nel 2007, quando il Palazzo delle Papesse era diretto da Marco Pierini.
La puntata di Siena Cult Sera (per intero) che abbiamo dedicato a questo tema la potete rivedere qui.
Claudio Giapponesi ha fondato la cooperativa Kiné a Colle di Val d’Elsa e si occupa, dalla sede di Bologna, della produzione documentaristica. Negli ultimi anni produzioni Claudio e di Kiné hanno preso parte al Torino Film Festival (“Anita” di Luca Magi, di cui Claudio è anche montatore; “Il Treno va a Mosca” di Federico Ferrone e Michele Minzolini; “La nobile rivoluzione” di Simone Cangelosi) e al festival di Roma (“Formato ridotto” di autori vari e “Vacanze al mare” di Ermanno Cavazzoni).
Ma numerose sono oramai le loro produzioni che Claudio ha realizzato anche grazie alle partecipazioni ai momenti di formazione, ai Pitch ed ai festival in tutta Europa dove si incontrano autori, produttori e canali distributivi e di finanziamento.
Claudio è partito da Siena e dalla Val d’Elsa ed ha cercato in Europa le risorse, le idee e soprattutto le visioni per creare una narrazione inconfondibile con la sua casa di produzione.
Qui racconta la sua esperienza alla BombaCarta.
Eduardo Fracchia è uno storico produttore indipendente di documentari, fondatore della Stefilm di Torino e dell’associazione di documentaristi Documentary in Europe.
Per anni è stato tra gli organizzatori delle giornate di formazione per documentaristi di Bardonecchia e nel 2014 ha curato una sezione degli Italian Doc Screenings di Palermo.
La sua proposta è quella di creare momenti di confronto, crescita, formazione, incontro e pitching per documentaristi in tutta Italia. Già nel 2013 ha partecipato alla prima edizione di Siena.doc con l’associazione Visionaria e da questo primo incontro potrebbe prendere forma anche a Siena un momento di formazione per documentaristi locali per poi selezionarli al prossimo Ids di Palermo.
Intanto lo abbiamo coinvolto noi della BombaCarta e la puntata di Siena Cult Sera la potete rivedere qui.
Da questa affermazione parte la riflessione di Pietro Gaglianò – critico d’arte e curatore indipendente – che ha fatto, per la Bombacarta, il punto sullo stato dell’arte contemporanea in Toscana.
La qualità del video non è eccelsa ma il contenuto dà spunti molto interessanti. E ci racconta qualcosa che non ci aspettavamo. Ovvero che l‘arte contemporanea è viva e vegeta!
Sempre più spesso le istituzioni e i beni culturali si trovano a scontrarsi con il taglio di risorse e con la impossibilità di essere sostenuti dai soli canali pubblici. Quali sono le nuove strategie economiche e finanziarie da attivare? Come e dove è possibile attivare un fund raising culturale?
Ne parliamo con Fabio Cavallucci, direttore del Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato.
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