Da un grande potere derivano grandi responsabilità. Quindi, d’ora in poi, esercenti e gestori di locali senesi a voi vanno oneri e onori. E’ stato approvato ieri notte (sì, avete letto bene, notte) il nuovo Regolamento comunale che disciplina i pubblici spettacoli: una norma necessaria per spazzare via e aggiornare una legislazione obsoleta, datata 1996 e aggiornata nel 2005, prima ancora che la liberalizzazione arrivasse a cambiare usi e costumi (e orari) degli esercizi pubblici.
Dunque, la nuova norma adesso c’è. Diamone atto al vicesindaco (qui assessore con delega alle attività produttive) Fulvio Mancuso che si era impegnato a portare la modifica in consiglio entro la fine di maggio e così ha fatto: adesso, solo il tempo tecnico affinché entri in vigore e poi, dall’inizio di giugno, si cambia… musica. Il cambiamento coinvolge tutti coloro che avevano acceso il dibattito dopo la chiusura di UnTubo. Va detto – per correttezza di informazione – che la revisione del Regolamento era già in corso (il lavoro è durato oltre un anno di contrattazione tra forze politiche, esercenti e residenti del centro), ma non c’è dubbio che la mezza rivolta di una pare dell’opinione pubblica, il tam tam in città, la petizione consegnata in Comune con quasi 2mila firme e tutto il movimento di quei giorni di aprile (che, se volete, potete rileggere QUI)… insomma, non c’è dubbio che tutto questo abbia dato un’accelerata decisa e significativa all’iter politico.
Musicisti e gestori di locali avevano chiesto una nuova disciplina, più chiara, moderna, attuale e, sì, anche più libera e aperta: bene, adesso questa nuova disciplina c’è. E’ una norma che cerca di conciliare gli interessi – diversi ma, ahimè, validi entrambi – di chi vuole una città viva e chi vuole dormire. E’ l’eterna lotta tra il giorno e la notte, l’eterna diatriba tra la Siena cartolina, mummificata e immobile sempre uguale a se stessa, e un nuovo modello culturale ed economico possibile, aperto al mondo e alla creatività. Non sarà questo Regolamento a dirimere la questione e, diciamocelo, ci saranno ancora problemi per i locali (talvolta) e cittadini arrabbiati (talaltra). Ma adesso, per lo meno, non ci sono alibi e chi vorrà davvero impegnarsi nell’organizzazione degli eventi – in politichese “allietamento musicale” – adesso ha tutte le carte per farlo nel modo giusto.
Cosa cambia? Vediamolo per sommi capi.
Cade, innanzitutto, il limite delle 4 serate l’anno. Adesso, i locali ‘normali‘ – quelli con capienza inferiore a 200 posti e che non siano discoteche, teatri, etc… – potranno organizzare serate, concerti, jam session in modo libero e senza nessuna burocrazia; significa niente autorizzazioni né comunicazioni in Comune o ai vigili urbani, purché si rispetti una serie di limiti. “La somministrazione non si può trasformare in locale di pubblico spettacolo“: significa, niente biglietto d’ingresso o consumazione obbligatoria, niente stravolgimenti particolari (palchi, luci etc..), niente discoteca e soprattutto rigido rispetto dei limiti di immissione acustica e degli orari (dalla domenica al giovedì si spegne a mezzanotte; venerdì, sabato e prefestivi alle 1).
Via libera, dunque. Ma con limiti rigidi: chi sgarra paga, in soldoni, ma anche con la chiusura del locale che – nei casi più gravi – può addirittura trasformarsi nella revoca della licenza. Libertà e responsabilità, appunto, che sono poi a ben vedere la spina dorsale dell’imprenditoria: i gestori di locali avranno la possibilità di comportarsi come imprenditori liberi e starà a loro decidere se, come e quanto spingersi avanti.
Resta, chiaramente, una fascia di casi che sarà invece soggetta alla famosa SCIA (Segnalazione certificata di inizio attività): sono gli eventi particolari che hanno bisogno di luci, palco, magari di un biglietto d’ingresso o comunque di deroghe speciali. Se ne possono fare 12 l’anno (per 5 dei quali si può richiedere di sforare i limiti acustici) ma dietro autorizzazione rilasciata a fronte di un progetto firmato da un tecnico.
Insomma: il perimetro è cambiato e, adesso, ci sono regole chiare. Saranno, come sempre accade, perfettibili e certo non sarà una disciplina sugli eventi musicali a fermare la ‘movida’ (come mi fa sorridere chiamarla così) né le lamentele notturne. D’altronde, ciò che accade di notte nelle strade non è disciplina per il Comune né responsabilità per i gestori dei locali: afferisce solo al senso civico, all’educazione, al rispetto della cosa pubblica, alla sensibilità personale e agli insegnamenti ricevuti a scuola e in famiglia. Oppure, in estrema ratio, all’attività delle forze dell’ordine.
Che Siena possa iniziare a (ri)suonare, dunque, con l’eleganza e il garbo che l’hanno sempre contraddistinta. Musica!
Giulia Maestrini
ps – un regalo per tutti voi, per aiutarvi a districarvi nel magico mondo della burocrazia: il nuovo Regolamento comunale nella sua completezza lo trovate QUI
ps2 – la foto di copertina è scattata durante un concerto estivo dell’anno scorso: ma non c’entra niente con il nuovo Regolamento che disciplina ciò che avviene dentro i locali… non fuori!
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