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Eventi, Idee, Siena2019

Keep calm and piano B

25 Ott , 2014  

(avviso ai naviganti: post lungo, noioso, concentrato sui contenuti culturali e avulso dalla polemica, dall’ironia e dalla bagarre politica. Se cercate quello, ne troverete in abbondanza in altre sedi).

A volte il tempo serve. Così, noi della BombaCarta arriviamo a scoppio ritardato a raccontare, 36 ore dopo, cosa è successo, dal nostro punto di vista, ieri sera all’incontro pubblico in Sala delle Lupe dedicato a Siena 2019 (certo che ci eravamo, per chi ci avete preso…?).
Prima le precisazioni necessarie.
Innanzitutto arriviamo a scoppio ritardato non perché eravamo al mare, ma per due motivi calibrati.
1. A volte per essere lucidi e onesti intellettualmente è necessario ragionare un attimo, metabolizzare e riflettere, così da riuscire a parlare con la testa e non con la pancia.
2. Ritardare di 36 ore ci permette di driblare il dibattito obiettivamente stucchevole e poco costruttivo che si è già abbondantemente sviluppato (e anche rinsecchito, a mio parere) sui social network che tanto male hanno fatto a questo Paese.

Inoltre, al di là delle opinioni personali che qui poco ci interessano (le mie: Sacco e Valentini sono usciti pressoché incolumi da quello che avrebbe potuto essere un bagno di sangue, soprattutto per ‘merito’ di un’opposizione che ha con superficialità perso un’occasione enorme, rinunciando a presentare critiche violente ma serie e limitandosi invece a una inutile e poco dolorosa – per gli interlocutori – polemichetta di parte), la BombaCarta si occupa di cultura e quindi è sulla cultura che ci vogliamo concentrare.

Dunque, innanzitutto la prima notizia.
Sono serviti alcuni giorni per arrivare a un’autocritica che, a caldo, né il sindaco né il direttore di candidatura avevano esplicitato. È arrivata ieri sera, di fronte a qualche centinaio di persone. “C’è una cosa in particolare – ha detto in apertura Sacco – che non rifarei: non eviterei di pubblicare il bid book. Non lo abbiamo pubblicato per evitare fenomeni di imitazione, che comunque ci sono stati sulle indiscrezioni che sono filtrate, e sono ancora convinto di quella scelta, ma per la natura della comunità senese mi rendo conto che questo è stato vissuto come una ferita”. E questo, in qualche modo, è un mea culpa onesto e apprezzabile.

Seconda notizia: Pierluigi Sacco non è l’assessore alla cultura in pectore. “Non sono un politico e non lo sarò mai” ha risposto a domanda diretta. Il direttore di candidatura si è presentato dimissionario alla riunione del comitato dei sostenitori che tuttavia gli ha conferito “mandato esplicativo” per tentare di capire come portare avanti parte del progetto, nonostante la sconfitta come CEC. Ma la sua posizione pare chiara: “Se potrò continuare ad essere a disposizione di questo progetto e vivere in questa città ne sarò felice, ma non voglio imporre la mia presenza a nessuno; posso lavorare altrove, posso vivere altrove, se si considera che le condizioni per la mia permanenza qui non ci siano ne prenderò atto, seppur con dispiacere”.

Terza notizia, infine, che è quella che ci interessa di più e davvero. Molti dei partner internazionali, così come la Regione Toscana, hanno confermato la propria volontà a collaborare con Siena per estrapolare dal bid book originale una sorta di ‘piano B’, ovvero un insieme ridotto di progetti realizzabili e cantierabili anche senza il titolo di Cec2019.
A quanto abbiamo ascoltato ieri sera, le idee sono già più o meno chiare, indirizzate su due traiettorie strategiche principali: diventare un grande polo di specializzazione intelligente per il patrimonio digitale come obiettivo a medio termine; rendere questo territorio un centro di eccellenza nel rapporto cultura-salute (welfare culturale) sul lungo periodo, giacché siamo di fronte in questo caso a un progetto innovativo che ha bisogno di maggiore tempo per sperimentare la piattaforma.

Intorno a queste due direttrici, alcuni progetti fattibili grazie al supporto dei partner e grazie alle risorse che arriveranno dalla Regione (40 milioni di euro destinati specificatamente a progetti di innovazione culturale e tecnologica, quindi in alcun modo sottratti o dirottati da altri ambiti sociali) e dai fondi strutturali europei. Su questi ultimi, tuttavia, ci sarà da combattere: sono risorse da reperire e da ‘vincere’ tramite i bandi internazionali e, anche se Siena ha uno storico positivo in termini di risultato, dovremo comunque convincere Bruxelles a dirottare qui i finanziamenti necessari.

I progetti, dicevamo, in rapida sequenza.
Lancio di una biennale internazionale sul rapporto tra arte e cura (che richiama l’idea del ‘pronto soccorso culturale‘), coinvolgendo tutti i soggetti della sanità senese e coagulandoli intorno al Santa Maria della Scala, luogo ideale deputato a una visione di questo tipo.
Studio di un nuovo percorso di accessibilità della città a persone con disabilità motorie e sensoriali, grazie alla collaborazione di partner internazionali già disponibili e start up senesi che operano nel settore della stampa 3D.
Attivazione di un incubatore di start up e acceleratore di impresa nel campo del patrimonio digitale e nei giochi seri e educativi.
Beaconizzazione entro il 2017 dell’intero centro storico, grazie all’applicazione di una struttura hardware innovativa che permetta agli edifici di interagire digitalmente con gli utenti, attraverso smartphone e tablet, con la produzione di informazioni, servizi e un’azione condivisa.
Programma di residenza e scambio per artisti di ogni disciplina, lavorando con scuole, carceri, ospedali, pubbliche amministrazioni (da finanziare, in questo caso, anche con il programma europeo Erasums Plus).
Valorizzazione degli spazi verdi urbani come ‘parco intramurale‘ con il coinvolgimento delle contrade, dell’associazione La Diana e dell’associazione per la cura delle mura.
Anno leonardiano (nel 2019 ricorreranno i 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci): creazione di un centro per la formazione biomedica e computer grafica che potrebbe diventare un riferimento di eccellenza e di un laboratorio di sperimentazione artistica sui nuovi materiali e sul rinnovo della tradizione artigianale.
Programma di trasformazione sociale responsabile, legato alla partecipazione – da realizzare con le realtà della cooperazione e con la Fondazione Pistoletto – finalizzato alla creazione di impresa sociale sui temi della sostenibilità ambientale e del dialogo intraculturale.

Ora, mi rendo conto che queste sintesi non siano totalmente esplicative della reale portata dei progetti, della loro fattibilità e della ricaduta, anche in termini imprenditoriali ed economici, che potrebbero avere sulla città e sul territorio. Ma sono comunque una sorta di road map su cui ragionare, per capire che progettare la cultura non significa soltanto tenere aperto un museo o organizzare un bel cartellone di eventi (sacrosanti entrambi, per carità, ma un pochino limitati e limitativi).

Infine, una postilla sulla governance che potrebbe gestire questo piano B. Ieri sera Sacco ha immaginato un “organismo di gestione di diritto pubblico che comprenda Comune, Regione, Mibact, Università degli Studi e Università per stranieri, un imprenditore attivo in ambito culturale e due esperti internazionali”. Per ora poco più che un’idea su cui sarà necessario ragionare bene e con competenza. Certo, magari anche con un po’ più di ‘fretta‘ rispetto a quanto abbiamo ragionato sulla costituenda fondazione per il Santa Maria della Scala, ché se quelli sono i tempi il 2019 arriva e noi siamo ancora qui a parlare.

Giulia Maestrini

ps – come sempre accade, anche se non dovrebbe, le ricostruzioni degli eventi e dei dibattiti sono ‘filtrate’ – in buona o in mala fede – da chi le racconta. Per spazzare via ogni dubbio e farvi la vostra legittima opinione, vi consiglio di andarvi a risentire il dibattito di ieri sera. Lo hanno filmato per intero sia SienaTv che Canale 3 ed è già disponibile sul canale YouTube di SienaTv che trovate qui (con un indizio che vi porta dritti dritti verso una sorpresina niente male…).

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One Response

  1. Paola scrive:

    C’ero anche io. Ed ho apprezzato il piano B.
    Mi auguro la sua attuazione, come piattaforma di sviluppo turistico e culturale, con evidente ritorno in termini economici.
    Tengo a precisare che sono una semplice cittadina, non iscritta ad alcun partito, ma desiderosa di fare qualcosa di costruttivo per la propria città. Coinvolgere la popolazione in questo progetto sarebbe un grande passo di democrazia.

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