E cominciamo col mettere le mani avanti e mostrare le credenziali. Non ho cambiato idea rispetto all’ultimo articolo e riporto quello che penso ed ho sempre pensato sulla commercializzazione dell’offerta culturale cittadina ad opera di una società privata: “E non venite a dirci: son riusciti a fare quello che altri non hanno fatto. Chiediamoci se nel “non fare” degli altri poteva entrarci qualcosa la dimenticata necessità di mantenere il buongusto. Chi fa programmazione culturale ha questo obbligo morale, chi fa marketing, ovviamente no”.
Questo dicevo e questo continuo a pensare. Credenziali mostrate.
Detto questo non sposo le polemiche inutili e preventive sull’operazione “Divina Bellezza” organizzata da Opera-Civita per il Museo dell’Opera del Duomo in piazza Jacopo della Quercia. Non lo sposo proprio perché si tratta di operazione di marketing turistico, mi auguro ben fatto per altro, ma questo lo sapremo a stagione finita.
Non mi piacciono le critiche per partito preso. Sono il primo a contestare il potere che la città sta dando ad una società privata nel campo della progettazione culturale, ma in questo caso si parla d’altro. Si parla di un evento di marketing territoriale, di un avvenimento turistico. Una delle critiche è che è troppo didascalico. Bene, è una cosa fatta per i turisti che non conoscono la nostra storia e storia dell’arte. La voce narrante è prima in inglese che in italiano. Bene, dimostrazione che il target primario sono i turisti. L’operazione è costosissima ed è fatta da una società privata. Bene, visto che è costosissima è bene che il rischio d’impresa se lo assuma un privato.
Io ancora non l’ho vista, ho tempo ed intenzione di vederla (magari 13 euro ce le spendo poco volentieri, detto tra noi se qualcuno mi accreditasse…) ma sapete quanto mi interessi la sperimentazione visiva e le proiezioni 3d sui monumenti negli ultimi anni stanno avendo un successo meritato e soprattutto stanno diventando sempre migliori per tecnica, luminosità, intelleggibilità ed emotività. Qua sulla “Bomba” ne abbiamo parlato riguardo alla riapertura della biblioteca di Sarajevo dove in dieci minuti memorabili si è rivissuta la storia di quel palazzo maledetto in riva alla Miljacka. Questa operazione sul facciatone del Duomo non ha quella carica emotiva ma neppure la stessa finalità. Qua la finalità è turistica, è vendere un prodotto qualitativamente ben fatto e legarlo al nome di Siena. Male non farà, visto che i costi sono a carico di un privato.
Da qui però la necessità di distinguere eventi culturali da eventi di promozione della città. I primi sono dedicati ad un pubblico ampio e servono alla crescita intellettiva (ed al benessere umano) della città e dei suoi ospiti. I secondi hanno un target più definibile ed uno scopo essenzialmente legato alla crescita dell’immagine della città. Sono ambedue progetti sacrosanti ed indispensabili e tutti e due contribuiscono al bene di una comunità, perché senza i secondi che immagine ci sarebbe di Siena nel mondo? Chi ci conoscerebbe? Che reputazione la città avrebbe e di conseguenza come riuscirebbe ad attrarre il turismo? Se poi vogliamo mettere in discussione anche l’importanza (economica e sociale) dei flussi turistici allora parliamone altrove, tipo da un buon psicanalista (ne conosco un paio). Potremmo parlare di un turismo diverso, di cercare di attrarre un turismo di qualità anziché di quantità e questo spetta alle politiche turistiche (che ne hanno la responsabilità anche di fronte agli elettori) ed eventi come la “Divina bellezza”, che la cosa ci piaccia o no, vanno in questa direzione. I primi, eventi culturali, sono invece strettamente legati alle politiche culturali cittadine e questi sì devono essere slegati dalle logiche economiche dei privati. Un coordinamento pubblico privato è auspicabile, una svendita totale ai privati di tutto questo è invece diabolico. Ne riparleremo con il bando per la direzione del Santa Maria dellla Scala, da come sarà posto capiremo che strada prenderanno questi “rapporti”. In passato anche questa amministrazione ha fatto molta confusione tra turismo e cultura, il sindaco stesso ha mostrato poca sensibilità nel riuscire a distinguerli (e ne abbiamo parlato su questo blog,tipo qui e qui). Auguriamoci che questa sia una stagione nuova. Teniamo distinti, santoddìo, turismo e cultura. Così lavoreremo bene nell’uno e nell’altro campo.
Giuseppe Gori Savellini
ps- intanto Siena ha un assessore regionale alla Cultura ed alla Ricerca (non assieme al turismo, finalmente). Meritato o meno, discusso o meno discusso, la professoressa Monica Barni è la prima senese ad avere una delega di questo tipo ed essere Vicepresidente, molto importante per il nostro territorio e per le sfide future. Vuoi vedere che la politica ci crede davvero nello sviluppo in chiave culturale di Siena?
ps 2 – la professoressa Piccinni su facebook dice una cosa sacrosanta sulla “Divina Bellezza” (che sintetizzo e volgarizzo): va bene che è un evento turistico, ma un po’ più cura narrativa non fa mai male. Ecco, qui si entra nel merito, il mio pezzo invece si ferma sulla porta del merito non avendolo ancora visto.
La foto, promozionale, è presa dal web