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Idee

La roulette russa della cultura senese

20 Nov , 2014  

“Quando sento parlare di cultura, metto mano alla pistola o al portafogli” diceva – parafrasando Goebbels – il produttore de “Le Mépris” di Godard. E mano alla pistola dovrebbe mettere anche l’amministrazione comunale quando il tema cultura comincia a serpeggiare su giornali e social network. Mettiamo in fila un po’ di cose.

Santa Maria della Scala continuamente in prima pagina. Si parla di progetti di recupero, di lavori e ristrutturazioni e di agibilità, ma contemporaneamente la gara per sorveglianza, biglietteria e servizi didattici è sospesa: mancano gli accordi tra la ditta che ha vinto l’appalto e i sindacati, manca soprattutto la volontà di risolvere una volta per tutte la questione.

Pinacoteca, in questi giorni esplode il caso del soprintendente che decide autonomamente di spostare alcune opere delle collezioni del Seicento, dallo spazio espositivo al palazzo degli uffici in via del Capitano. Che le soprintendenze facciano il bello e il cattivo tempo qualcuno ce lo dice da un pezzo ma che al momento in cui si discute in tavoli tecnici ed interistituzionali, di trasferire la Pinacoteca al Santa Maria, un unico soggetto – titolato a farlo certamente – si prenda la briga di agire sulla base di un progetto approvato con la Direzione Regionale tre anni fa lascia certamente basiti. Nulla di illegale o illegittimo, molto di non opportuno (soprattutto dato che la Pinacoteca già soffre, in questi mesi, della mancanza di moltissime opere protagoniste alla mostra del Bozar di cui abbiamo già parlato qui).

Poi, la lettera di Straligut che qua abbiamo commentato. Per oltre una settimana non ci sono state reazioni politiche pubbliche. Possibile che nessuno avesse da rispondere una cosa come: ma certo che i criteri ci sono, e ne vogliamo parlare con le compagnie e confrontarci con esse. Una cosina, piccina piccina, da dire e poi da fare. Invece son passati giorni. Per poi sentir dire: Vedovelli convocherà e parlerà. Ciliegina sulla torta: meno male che Carlo Rossi all’Asp non prenderà un emolumento previsto ( e che ci saranno altri risparmi in arrivo da altri capitoli di spesa per l’accordo Comune-Asp) così ci saranno 45 mila euro per i teatri. Bene. Con quali criteri verranno utilizzati? Risiamo lì.

Infine oggi tutti a polemizzare sulla mostra dei costumi del Palio che sarà allestita ai Magazzini del Sale con conseguente apertura dei musei di contrada. Il tutto gestito da Civita/Opera Laboratori Fiorentini. A chi oggi si è svegliato vorrei dire: buongiorno. Una società privata si prende cura di promuovere un patrimonio (un po’ pubblico e un po’ privato) che chi amministra e chi decide le politiche culturali cittadine non è in grado di fare: non è una novità, certo farà storcere il naso, ma è una questione interna alle contrade se la sbrighino loro (certo il fatto che il nuovo Rettore del Museo dell’Opera – di cui una parte gestionale è ceduta a Civita – sia un priore in carica appare quanto meno curioso. Nel frattempo il Magistrato è intervenuto), io qui mi rivolgo a ciò che è in potere al pubblico, alla politica ed alla amministrazione cittadina.

Ma qui veniamo al finale, a chi mi rivolgo? Se ogni giorno è dal campo della cultura che fioccano saette contro l’amministrazione non è un caso, e non è colpa dei commentatori. Azioni come quella di Scalini, silenzi come quello successivo alla lettera di Straligut, passi avanti come quello di Opera sono tutti da ricondursi ad un fatto: manca un punto di riferimento sulle politiche culturali cittadine. Mancano idee, mancano progetti e manca essenzialmente un nome. Ogni giorno si apre il giornale ed è una roulette russa: sappiamo che il colpo arriverà ma non sappiamo esattamente a che pagina, non sappiamo chi lo sparerà, ma è in canna. E questo perché pur avendo ancora un assessore in carica la città è convinta che non ci sia più, e la sua latitanza fisica e politica non fanno altro che alimentare questa convinzione. Vorremmo chiarezza su questo, non vorremmo che quello scranno restasse paralizzato in attesa ancora una volta di qualcosa di esterno: prima la proclamazione della capitale della cultura ed adesso la forma giuridica del Santa Maria e della “Fondazione Piano B”. Adesso è urgente dettare una linea culturale, trovare strumenti di progettazione e ridare voce e credibilità a chi lavora in questo campo. Altrimenti i silenzi non faranno altro che armare ancora una volta questo stupido gioco della roulette russa. E allora sì che mettiamo (metaforicamente!) mano alla pistola.

Giuseppe

 

ps- Oggi (giovedì 20) inaugura un grande evento che unisce Siena e Firenze dedicato al pensiero (ed al lavoro) di Franco Fortini: inutile dire che il programma va studiato bene e l’iniziativa va sostenuta.

ps2 – Ha inaugurato invece la mostra di Alessio Duranti e Samuele Mancini sul trasporto pubblico (fino al primo dicembre ai Magazzini del Sale). Abbiamo già parlato di Alessio in un altro articolo e sono curioso come il suo fotografare asciutto e sociale racconterà 40 anni di trasporto pubblico locale. E penso ad una frase di Gasmann nel Sorpasso: gli autobus sono pieni di gente onesta. Lui lo dice sprezzante, Alessio e Samuele lo diranno, credo, con vera partecipazione emotiva.

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