È quasi dicembre. Rassegniamoci. Per quanto io sia tra quelli che preferirebbero di gran lunga evitare l’argomento e, anzi, saltare direttamente al 7 gennaio, pare che in questo nostro mondo civilizzato sia obbligatorio farci prendere dagli spasmi del Natale. E quindi sì, è quasi dicembre e allora fiato alle trombe, iniziamo febbrilmente a decantare il magnificente programma natalizio che ci attende. “La carica dei 350 eventi per vivere la città” è quanto promette il cartellone unico del Comune, promosso dall’assessorato al Turismo e finanziato da Banca Monte dei Paschi. Due mesi, fino al 31 gennaio 2017 (ma queste feste natalizie non duravano già abbastanza..?), settanta soggetti coinvolti e, appunto, 350 eventi tra musei, mercati, degustazioni, concerti, cori, itinerari e l’immancabile Francigena che è come il nero, sta bene su tutto.
Ma davvero Siena può permettersi di proporre 350 eventi per il calendario di Natale? Voglio dire, già mi pare complicato riuscire a mettere insieme 350 iniziative di qualità tale da meritarsi l’appellativo di “evento”. E poi, a voler fare il conto della serva, 350 eventi in 60 giorni sono appena meno di 6 eventi al giorno. In una città da 50mila abitanti? E chi ci va? Chi li fruisce?
Ora, lungi da me auspicare una città spenta, dormiente, impolverata e silenziosa “dove non c’è mai niente”. Ma questi 350 eventi annunciati a gran voce, con malcelata predisposizione a un gigantismo d’altri tempi, mi ricordano tanto gli “oltre 30 eventi” del (disastroso) cartellone estivo “Siena in Scena” affidato all’associazione pratese Fabbrica d’Opera e declamato a suo tempo dal sindaco e dell’assessore al turismo con grandi speranze e malriposta convinzione. “Un progetto artistico estremamente flessibile che, con un piccolo contributo da parte del Comune, è in grado di soddisfare i gusti dei vari pubblici. Intelligente la scelta di creare un programma con nomi di rilievo, senesi e non, come il famoso pianista Ezio Bosso, così da favorire, maggiormente, l’incontro tra domanda e offerta, per garantire momenti di livello da offrire ai senesi e alle centinaia di migliaia di persone che visitano la città” (Valentini dixit). Di quel cartellone tutti sanno come è andata a finire. Bosso a Siena non è mai venuto e, a parte questo, dei famosi oltre trenta eventi la metà è stata annullata (tra maltempo e problemi tecnici) tanto che – dopo l’attacco frontale della presidente di Fabbrica d’Opera nei confronti della città poco ricettiva e dell’amministrazione poco collaborativa – il Comune ha risolto il contratto e tanti saluti alla progettazione pluriennale.
Quel bando era stato fatto male e gestito peggio. Il primo soggetto che aveva vinto la gara (il Consorzio dei commercianti di Piazza) si era sfilato prima di firmare il contratto, l’affidatario si è rivelato ben presto inaffidabile e non strutturato per garantire una programmazione del genere. Programmazione che, per altro, richiedeva l’organizzazione di otto eventi l’anno, laddove Fabbrica d’Opera ne propose addirittura 32. Contava sulle economie e scala, disse la presidente, che evidentemente non hanno funzionato. D’altronde era difficile aspettarsi che un’associazione dilettantistica (non è dispregiativo, loro così si definiscono) con un contratto risicato potesse incaricarsi addirittura del cartellone degli eventi estivi di una città come Siena, che d’estate vive. Non era forse meglio pensare alla qualità invece che alla quantità?
Non è con i bandi di gara al ribasso, la chiamata alle armi dei dilettanti e la centrifuga di decine di soggetti diversi tenuti insieme sotto un cappello unico che si cuciono le proposte e le progettazioni culturali. Quando i soldi sono pochi, non si lavora coi dilettanti o con chi magari ci regala qualcosa gratis che tanto va bene tutto basta raccontarlo bene; si cerca piuttosto di costruire percorsi di qualità, talento, lungimiranza imprenditoriale e innovazione (vera, non chiacchierata) per mettere quei pochi soldi a frutto e iniziare a costruire un futuro diverso. Perché non basta declamare 350 eventi finanziati dalla banca Monte dei Paschi per credere che niente sia accaduto e risvegliarsi di colpo nell’era delle vacche grasse.
Giulia Maestrini
ps – Tra gli eventi che dovevano essere organizzati da Fabbrica d’Opera doveva esserci anche il Capodanno. Al momento, il programma natalizio annuncia “tanto divertimento anche in occasione della notte del 31 dicembre, in compagnia del Siena Rock’n’roll Swingers: il Capodanno in Piazza del Campo”. Non si hanno ulteriori dettagli…
ps2 – L’immagine di copertina è un addobbo natalizio del grande albero in piazza del Monte qualche tempo fa: se non si leggesse, nel cartellino c’è scritto made in Taiwan.
ps3 – Sì, siamo mancati a lungo. Sì, scriviamo meno. Ma ci siamo. La BombaCarta fatica ma non muore!
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