Spettacolo 9 Il minotauro 3

Eventi, Idee, Teatro

Lo stato di emergenza/lo status di emergente

16 Mag , 2016  

Dove si propone di bloccare il percorso da brillante promessa a solito stronzo

Un festival, una rete nazionale, un progetto che è nato a Siena e che coinvolge nomi, compagnie ed esperienze da tutta Italia. Abbiamo più volte sottolineato il momento di disorientamento che sta vivendo il mondo del teatro a Siena: spazi inadeguati, teatri sottoutilizzati, risorse inesistenti, ruolo dei tavoli, distanza dalle istituzioni regionali e cittadine. Adesso però siamo nel pieno della settimana di “Inbox dal Vivo” che la compagnia teatrale Straligut regala alla città come evento finale del loro progetto di concorso rivolto alle compagnie teatrale italiane. Noi abbiamo la possibilità di vedere i dieci finalisti selezionati tra i 451 spettacoli in gara; il premio (tributato da giurie di esperti e popolari) consiste in 50 repliche dello spettacolo assicurate all’interno della rete dei teatri Inbox (15 per il teatro ragazzi). Si parla di compagnie emergenti, di chi sta seguendo un percorso di crescita per emergere e diventare grande.

Perché ne parliamo qua? Innanzitutto per promuovere un festival innovativo che punta, appunto, sulle compagnie emergenti e poi perché è un festival che nasce qua, a Siena, e che ogni anno soffre come tutti coloro che operano nel settore della cultura, di mancanza di fondi, di mancanza di attenzione e di mancanza di spazi.

Ma malgrado questo resiste, ed ogni anno rilancia. Si riaprono le porte del teatro dei Rozzi per le compagnie finaliste, assieme all’auditorium della Casa dell’Ambiente, usciamo dall’angusto spazio del teatro del Costone dove Straligut ha realizzato Teatrinscatola lo scorso anno, ma almeno torniamo a Siena e non più a Firenze o La Spezia dove sono state realizzate le finali negli anni passati. Sarà quindi necessario sostenerlo, questo festival, esserci, partecipare, sentire le storie che hanno da raccontarci. Nel programma anche due studi di spettacolo in residenza con Zaches Teatro e Vico Quarto Martini e tra i finalisti il già premio Scenario per Ustica 2015 “Gianni” di Caroline Baglioni (in pratica questo spettacolo lo volevo vedere da mesi e mi ero messo l’anima in pace e invece ecco gli amici di Straligut….) Questo solo per portare un esempio, ma sia chiaro che qua parliamo di teatro nuovo, teatro contemporaneo, quello che non vedrete nel cartellone della stagione ufficiale dei nostri teatri.

Settimane fa il sindaco Valentini si vantava – legittimamente – del buon andamento della vendita dei biglietti e degli abbonamenti per il cartellone dei Rinnovati, c’è stato poi un crescente successo per la stagione piccola di “Rinnòvati Rinnovàti” quindi questo dovrebbe farci credere che nella nostra città ci sia un’attenzione forte alle espressioni del teatro, ma al di là della vendita degli abbonamenti in crescita io agli spettacoli meno concilianti ho trovato la platea semivuota, gli abbonati se ne sono rimasti a casa. E questa non è questione da sottovalutare: perché per quanto sia importante che la stagione abbia una crescita di abbonati è altrettanto importante che le nostre politiche culturali facciano scelte complesse e diversificate, senza per questo cadere nella logica degli spettacoli consolatori e conosciuti, o peggio ancora in quella dell’attore beniamino che riempie la sala solo per il proprio nome. Tutto questo è necessario, ma deve servire per trainare una riflessione seria sul teatro contemporaneo, cosa che Straligut ci propone. In pratica bisogna far uscire dall’emergenza il teatro emergente, trasformarlo in qualcosa d’altro. È famoso il detto di Alberto Arbasino «In Italia c’è un momento stregato in cui si passa dalla categoria di “brillante promessa” a quella di “solito stronzo”. Soltanto a pochi fortunati l’età concede poi di accedere alla dignità di “venerato maestro”». Nel teatro contemporaneo si rischia la stessa deriva: i festival dedicati alle brillanti promesse e le stagioni teatrali piene di venerati maestri. Nel mezzo, a lottare per sopravvivere e proporre percorsi di crescita personale e culturali, i tanti soliti stronzi.

Si legge nel comunicato stampa che l’edizione 2016 di In-Box “è quella della svolta: il riconoscimento da parte del Mibact, l’aumento e la valorizzazione degli spettacoli di prosa finalisti (che passano da 4 a 6 e che avranno il cachet scaglionato al rialzo in base alle dimensioni del cast), la new entry del bando di selezione per il teatro ragazzi”. Bene, ma la svolta dobbiamo darla noi come pubblico e le istituzioni nel recepire il progetto che c’è dietro, perché Inbox vuole promuovere compagnie emergenti, ma una volta fatte “emergere” queste “brillanti promesse” hanno bisogno di teatri, di stagioni, di istituzioni culturali che continuino a credere in loro, hanno bisogno di crescere e di far crescere il pubblico, hanno bisogno di non identificarsi con “i soliti stronzi”. I teatri di Siena, così belli e intoccabili, ospitino queste esperienze al di fuori della nicchia che un festival, purtroppo, rappresenta.

 

Giuseppe Gori Savellini

La foto è tratta dallo spettacolo di Zaches Teatro “Il Minotauro, viaggio di un eroe” in scena venerdì 20 maggio.

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