PROLOGO
La deriva della cultura a chilometro zero ha prodotto un altro mostro: la cultura a costo zero. S’intende per cultura a costo zero un valore fasullo che viene dato a tutto ciò che è prodotto senza costi e di conseguenza senza ripagare né i costi del prodotto stesso né il lavoro di chi lo ha prodotto, ideato, realizzato.
Con questa premessa presentiamo il bando per l’Estate Senese che il Comune di Siena ha bandito nelle giornate passate (trovate l’avviso qui) ed ospitiamo una lettera aperta scritta e firmata da molti dei gruppi teatrali e compagnie di danza della città. Lo facciamo perché conferma quello che da settimane diciamo anche noi: a questa amministrazione manca la capacità di fare programmazione culturale e soprattutto ammette di non avere la volontà o la capacità di scegliere tra le proposte che dalla città giungono a Palazzo. Si lascia ad un bando pubblico (con punteggi ricalcati dai bandi regionali e ministeriali) la forza di fare programmazione, abdicando definitivamente al ruolo di ideatore delle politiche culturali cittadine.
La situazione, lo sapevamo, è complicata e all’orizzonte non vediamo molto di positivo per questo rilanciamo l’appello delle compagnie che unite prendono una posizione netta: la città è in cerca di una guida istituzionale, non di una lotteria.
LETTERA APERTA: PERCHE’ DISERTIAMO L’ESTATE SENESE
In data 6 Giugno – ma la comunicazione ai soggetti potenzialmente interessati è del giorno 9 – il Comune di Siena ha reso pubblico un avviso per il reperimento di proposte di manifestazioni culturali da realizzarsi nel periodo 3 Luglio – 30 Settembre 2014: la cosiddetta “Estate Senese”. In sintesi la proposta prevede la concessione gratuita di spazi pubblici da destinare a rappresentazioni dal vivo e/o cinematografiche e/o artistiche, che potranno avere ad oggetto una o più espressioni culturali (musica, danza, teatro, ecc.). A fronte di ciò si richiede ai soggetti interessati di farsi carico di tutte le spese relative all’allestimento scenico e tecnico, gestione della logistica e tutto ciò che ruota attorno a una rappresentazione (allacciamenti, utenze, pulizie, ordine pubblico, sicurezza, ecc.), non esclusi gli oneri di natura fiscale, SIAE, ENPALS ecc. A copertura di tali spese i soggetti potranno riscuotere le entrate derivanti dallo sbigliettamento. Non sono previsti compensi di alcun tipo. La scadenza del bando, inizialmente fissata per il 16 Giugno, è stata in data 12 Giugno prorogata al 30 Giugno.
Le compagnie di teatro e danza che sottoscrivono il presente documento, pur accogliendo con favore il proposito espresso dall’Amministrazione, non possono non rilevare che tali condizioni rendono la partecipazione al bando assai problematica e quasi certamente priva di alcuna prospettiva, sia artistica che economica. Il tempo previsto per la preparazione dei progetti è talmente risicato da causare di per sé una approssimazione che è quanto di più lontano da ciò che vorremmo offrire alla nostra città. Solo per fare un esempio, il bando recita che un criterio di giudizio sarà la capacità di fare fund raising, reperire sponsor privati, attivare partnership internazionali. Il tutto nel giro di 8 giorni se si considera la data in cui abbiamo ricevuto la comunicazione. La proroga, comunque tardiva, non sposta di molto le questioni che andiamo a sollevare, anzi conferma che probabilmente esiste qualcosa da correggere nella metodologia adottata dal Comune di Siena.
Per quanto riguarda il lato economico (visto che l’Amministrazione in più di un’occasione ha evidenziato la necessità di una visione imprenditoriale), riteniamo che non sia difficile notare che le spese di cui le compagnie dovranno farsi carico non saranno recuperabili attraverso lo sbigliettamento, operazione di per sé poco agevole in un contesto di spazi pubblici e che prevede ulteriori aggravi di spesa per il transennamento e il personale di gestione dei biglietti, la sicurezza ecc. Inoltre, sempre nel bando si afferma paradossalmente che l’eventuale gratuità degli eventi “farà punteggio” nella valutazione dei progetti. Nel bando infine non è citata in alcun modo un’azione di promozione degli eventi che appare invece indispensabile a fornire loro la necessaria visibilità.
La palese impraticabilità economica della proposta oggetto del bando va a sommarsi a un disconoscimento di fatto della dignità professionale e lavorativa degli operatori del comparto culturale senese, sui quali sono caricati tutti gli oneri e i rischi d’impresa senza fornire però gli elementi necessari a sviluppare concretamente ed efficacemente le progettualità. Non c’è traccia di quel percorso comune tra artisti e Amministrazione di cui da tempo segnaliamo il bisogno.
Nelle pieghe di questo bando infine, format preconfezionati di portata nazionale potrebbero facilmente trovare terreno fertile per le proprie attività, vedendosi persino decurtare le spese relative all’uso del suolo pubblico.
Il dialogo intrapreso con la nuova Amministrazione fa ben sperare in termini di ascolto e di concreta cooperazione, evidenziando grande disponibilità. Questa mancata valutazione del peso economico e organizzativo a cui le compagnie sarebbero costrette, senza parlare del lato puramente artistico che al solito ne uscirebbe svilito, ci pone invece in una posizione alquanto difficile. Essere messi di fronte a un bando già pubblicato, del resto, non lascia molti spazi di proposta. Vorremmo, anzi fortemente vogliamo, contribuire allo sviluppo artistico e culturale della nostra città, ma anche essere messi in condizione di proporre e portare a termine progetti sensati, sostenibili e di qualità. Tali condizioni, a nostro parere, in questo bando sono assenti, ragion per cui l’unica cosa che auspichiamo è che in un futuro si sappia e si voglia agire di concerto e in tempi meno mortificanti del lavoro e dell’impegno degli artisti senesi.
Concludiamo con una riflessione di carattere generale. Più volte dal Comune ci è stato detto che le nostre realtà sono valide e i nostri progetti interessanti ma che al momento non è possibile mettere a bilancio risorse per il comparto culturale cittadino, spettacolo dal vivo in primis. Uno sguardo alle recenti attività programmate e a quelle che vengono annunciate come imminenti fa sorgere però il dubbio che alcune risorse esistano, ma che la volontà politica sia di destinarle altrove. E’ legittimo e doveroso che un’amministrazione faccia le sue scelte di politica culturale, ma deve anche assumersene la responsabilità. Dobbiamo quindi di nuovo chiedere a gran voce trasparenza, regole chiare di assegnazione dei finanziamenti. Non si tratta di “battere cassa”: da tempo molti di noi, pur tra mille difficoltà, lavorano e crescono facendo a meno delle risorse del Comune di Siena. Ma viviamo e lavoriamo a Siena e per Siena. Se l’Amministrazione ritiene poco rilevanti le nostre realtà lo dica chiaramente e possibilmente lo motivi. Non si trinceri più dietro al “vorrei ma non posso”.
Di seguito l’elenco dei soggetti firmatari:
Ensarte Artisti e Tecnici
Francesco Chiantese
Topi Dalmata
Officine d’Elsa
Danza nel Mondo – Judith Bartlett
Francesca Duranti
Straligut Teatro
Anne Zenour – Teatro della Pioggia
laLut – Centro di ricerca e produzione teatrale
Usa&Getta Teatro
Sobborghi Onlus
Cadaveri Squisiti
Irene Stracciati Danza
Campo e Controcampo Sienafilmfestival
ILPRISMAmultimedia, Siena
Senza considerare l’uso e l’abuso di appiccicare l’etichetta di “artisti locali” come sinonimo di “artista di serie B”.
Da un punto di vista concettual-semantico-geografico può essere vero che se vivi qui facendo del fatto artistico il tuo mestiere, puoi esser definito “artista locale” nel senso di “nostrano” come il prosciutto.
Invece, per “estensione”, l’aggettivo diventa indice di quanto (poco o tanto) sei famoso.
Se sei “locale” non sei poi così famoso, ovvero non frequenti salotti tivvù come quelli di Bruno Vespa, non canti al Festival di Sanremo e neppure nelle itpareid., non balli il sabato sera alla televisione dalla Carlucci e neppure dalla De Filippi.
E quindi, se non sei famoso, sei per forza un dilettante.
E per completare il ragionamento se sei locale, ovvero dilettante, perché dobbiamo pagarti?
E allora che vuoi? Ti basterà il suolo pubblico no?
Il resto…Agratisse! Alèi!
(La riflessione vale anche per altre professioni, non essenzialmente quella dell’operatore culturale. Come dite? La prima che mi viene in mente? Il giornalista)
Saluti bomba carta.