In data 26.11 ultimo scorso si è tenuta nelle sale del Comune di Siena un incontro a cui erano invitati tutti gli operatori locali in ambito di teatro, musica, danza, cinema e audiovisivi. Presenti l’Assessore alla cultura Prof. Massimo Vedovelli, la Dirigente della Direzione Affari Generali Dott. Lorella Cateni, e due funzionari della stessa Direzione, Dott. Donatella Pollini e Dott. Guglielmo Turbanti. Nel corso della riunione si sono affermate un paio di cose: la prima, che il Comune aveva intenzione di indire un bando per l’allocazione dei fondi destinati a tali attività per il 2015, allo scopo di porre in essere metodi e regole chiari e trasparenti. La seconda, che le risorse a disposizione erano ahimé alquanto limitate, 45mila euro, e che con questi fichi secchi andavano fatte le nozze. Alcune perplessità sulle priorità di selezione delle domande, un generale sentore che in ogni caso si fosse deciso di dare contributi a pioggia più che veramente impegnarsi nella concreta valutazione dei progetti, la constatazione che in direzione opposta alle reiterate richieste di cooperazione e sinergie si andasse a privilegiare il progetto di singole entità, tanto che a soggetti multipli sarebbe riservato un massimo di 10mila euro a fronte dei 7500 per progetti di singoli, ma tutto nella norma e sostanzialmente condivisibile. Resta semmai in postscriptum l’amaro sarcasmo per un bando relativo ai primi sei mesi del 2015 che viene annunciato a dicembre e che a tutt’oggi non ha ancora visto la luce; sappiamo essere ormai questione di giorni, sempre fuori tempo massimo, ma tant’è.
In data 18.12, quindi tre settimane dopo, il Comune di Siena con delibera di giunta n.488, quindi fuori bando, assegna 10mila euro a un singolo soggetto di detto comparto.
Questi i fatti.
La potenziale ridda di sospetti che poi rimbalzando di bocca in bocca diventano certezze, nella più genuina delle tradizioni di piccolo paese quale ogni tanto ci tocca accorgerci di essere, non sono interessanti. Né lo è il nome della fortunata compagnia, né lo sono le motivazioni scritte in delibera, frutto di una poco ispirata attività di copia e incolla. Non stiamo certo dicendo che quello che il Comune ha deliberato sia illegale o proceduralmente scorretto. Ci stiamo chiedendo se questo atto sia stato opportuno e se sia moralmente accettabile. Il giudizio morale su un atto pubblico è non solo legittimo ma doveroso da parte di cittadini attenti alla cosa pubblica e alla sua amministrazione. La cifra di 10mila euro può sembrare poca cosa ma è pari al 50% della cifra che, almeno così pare, verrà stanziata per l’intero comparto teatro e danza, ossia un qualcosa che a spanne coinvolge una ventina abbondante tra associazioni e compagnie, per rimanere solo in ambito cittadino senza debordare verso la provincia, a cui comunque il bando sarà anche rivolto. Ci si chiede perché questi soldi miracolosamente apparsi dalla Direzione Affari Generali – Ufficio Teatri, quindi ci sia concesso dire che erano proprio lì, davanti agli occhi di tutti, mentre ci veniva detto che invece non c’erano, ci si chiede insomma perché non siano stati semplicemente aggiunti al magrerrimo cucuzzaro del bando, che al 18.12 certo non era uscito visto che non lo è ancor oggi. Ci si chiede se non si sia valutato quanto svilente per tutti gli altri sia accorgersi che si gioca a scannarsi per avere una mela mentre accanto e peggio sopra di noi volano pasti non luculliani ma almeno sazianti. Se questo sembra un appello a favore di una Amministrazione che decida di non prendersi responsabilità e scelte chiediamo scusa, di certo non lo è. Se questo sembra un sottile suggerimento per fregarsene di regole e di trasparenza perché tanto è meglio in quell’altro modo, di certo non lo è. E’ solo una ferma, questo sì, e decisa rimostranza sul cambio delle regole del gioco in corso d’opera, sulla ipocrisia, sulla mancanza di umanità e di sensibilità. Chiariamole una volta per tutte queste “regole”: l’Amministrazione ha la forza e la competenza per scegliere lei, in libertà e trasparenza? Si chiedono da più parti regole ma poi alla prima occasione ce ne sbattiamo? Si chiedono sinergie e poi si privilegiano invece singoli soggetti? Sappiamo capire cosa le regole possono risolvere e cosa no?
Si vocifera, ancorché in modo del tutto ufficioso e quindi tutto da verificare, che siano stati reperiti ulteriori fondi che come un novello petrolio sgorgano capricciosi e imprevisti, direi quasi fuori controllo, dagli anfratti meno esplorati del Palazzo Pubblico. A chi verranno assegnati? Vedremo un’altra delibera? C’è un biglietto da acquistare per una lotteria? Oppure, inserendoli nel bando, si cercherà anche se un po’ tardi di riportare ordine ed equità in questa guerra per il pane che, come tutte le guerre tra poveri, rischia di portare a galla quanto di peggio ci sia nei rapporti tra le compagnie, le associazioni e gli operatori di questo martoriato comparto?
Alberto Massi
Buonasera,
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